La storia della Fanfara dei Bersaglieri Provinciale di Siena ha inizio nel 1927, allorché il 5° Reggimento Bersaglieri d'Italia si spostò a Siena insediandosi nella Caserma della Fortezza del Carmine e successivamente nel 1935 nella Caserma "La Marmora" (attuale Caserma Bandini). I Bersaglieri d'istanza a Siena parteciparono alle missioni tenutesi in Africa Orientale nel 1935, in Albania e successivamente nelle campagne di Grecia, Russia, Jugoslavia e Tunisia. Nell'immediato dopoguerra, nell'anno 1952, per volere del Maresciallo Maggiore Pasquale Romeo fu costituita con i vigenti superstiti.
La Fanfara venne diretta dal Sergente Maggiore Ottavio Papini, dal Maresciallo Spartaco Raffo e dal Bersagliere Giannino Brizzi.
Il complesso partecipa costantemente a tutti i Raduni Nazionali, Interregionali, Regionali e Provinciali, inoltre siamo stati invitati più volte all’estero, in particolare in:
I Bersaglieri della storia nel presente
Battaglia del Ponte di Goito risalente alla Prima Guerra d'Indipendenza
Breccia di Porta Pia, Roma Capitale
Attualemnte utilizzata in servizio e in combattimento
Siena - Piazza del Campo
Bandiera Italiana
Il nostro Tricolore vessillo Nazionale della Repubblica Italiana
Simbolo di storia ed appartenenza, città in cui è stato costituito il 5° Reggimento Bersaglieri
Motto del 5° Reggimento
La divisa
Nulla Via Impervia
Nessun percorso è inaccessibile
La nostra divisa storica risale all'anno 1848. Venne utilizzata durante l'assedio del Ponte di Goito nella Prima Guerra d'Indipendenza
Il Corpo dei Bersaglieri fu costituito il 18 Giugno 1836, dal Capitano dei Granatieri di Sardegna Alessandro Ferrero Della Marmora, morto successivamente durante la Guerra di Crimea nel 1855.
A Goito durante la Prima Guerra d’Indipendenza, il Corpo dei Bersaglieri prendono parte a tutte le campagne del Risorgimento, da quelle contro l’impero Austroungarico, nel 1859 e 1860, alle campagne per l’annessione dell’Italia Centro Meridionale, durante la quale i Bersaglieri attraverso la Breccia di Porta Pia entrarono per primi a Roma.
Il numero dei Battaglioni aumenta in maniera esponenziale nei primi anni del 1900, in quanto molti dei soldati erano volontari e la forte attrazione per lo spirito e per le imprese divenute leggendarie portavano le persone a seguire le orme di questi miti.
I Bersaglieri prendono parte alla campagna di Libia nel 1911 ed alla Prima Guerra Mondiale dal 1915 al 1918, nella quale combatterono tutti i settori, dal Piave al Carso alle Alpi fin sopra i 2000 metri di quota.
Nella Seconda Guerra Mondiale, combattuta dal 1940 al 1945, i Bersaglieri combatterono su tutti i fronti stranieri, dall’Africa alla Russia e nei Balcani, imponendosi all’ammirazione degli alleati per valore, eroismo e spirito di corpo.
In guerra i Bersaglieri si sono sempre distinti nel soccorso alle popolazioni colpite da calamità, infatti, fin dai tempi della loro creazione spiccano per generosità ed altruismo meritando la simpatia della gente.
Il Cappello o Vayra
Il cappello piumato viene indossato obliquo fin dal primo giorno in cui entrò a far parte dell'abbigliamento bersaglieresco. Si narra che il Generale Alessandro Ferrero Della Marmora volle assistere alla vestizione del primo bersagliere, il Sergente Vayra, che di lì a poco avrebbe incontrato il Re Carlo Alberto di Savoia per ottenere l’approvazione della divisa. Per saggiare la sua sveltezza, La Marmora, prese a lanciare da lontano i vari capi di vestiario e quando gli tirò il cappello, Vayra essendo sbilanciato, fu costretto a pararlo di testa. Il copricapo si posizionò sulle ventitré andando a coprire l’orecchio destro del Sergente, dando al Bersagliere un’aria sbarazzina che non dispiacque al Generale.
Il Fregio
Il fregio venne scelto dal Generale con estrema cura in ogni suo minimo dettaglio. Consiste in una cornetta da cacciatori con due carabine incrociate e una granata con la fiamma inclinata in modo da simboleggiare l’impeto bersaglieresco.
Le Piume
Alessandro Ferrero Della Marmora voleva un copricapo mimetico per la compagnia dei bersaglieri e che rispecchiasse il loro impeto, così ritenne che le piume di gallo cedrone fossero l’ideale per gli assalti e per le azioni furtive eseguite nella boscaglia.